Il leone e il topolino

Pietro De Luigi on web

 

Home ] Su ] Enoch Arden ] La Terra di Hurqalya ] Musica ] Philosophia ] Personale ] Mappa ] Contatti e Links ]

 

 

Il leone e il topolino

 

Un topolino distratto andava su e giù... sapete dove? Nientepopòdimeno che sulla groppa di un leone! Fortunatamente il leone era addormentato.

Era addormentato. Ma quando si svegliò... Trac! Lo acchiappò nelle sue grinfie e fece per mangiarselo. Il povero topolino iniziò a supplicarlo:

 

- La prego e la scongiuro,

la supplico e l’imploro... -

Oddio ‘sto leone...

- Signor leone, calmo!

Non stringa, lasci andare!

La invoco e le domando...

pietà, la benedico...

Oh no! Niente da fare.

Non vuol neanche ascoltare.

Meglio che alzi un dito:

- Ancora un secondino,

mi scappa un... bisognino!

Se vuole un bel... - l’ho fatto.

Perché son nato ratto?

Lui grosso ed io piccino:

di tutto quel che dico

non gliene importa un fico!

- Signor leone, calma!

Che raptus le è venuto? -

Ma che giornata stramba.

- Mi lasci o son perduto! -

Dacché mi son svegliato...

perché poi sono uscito?

Non mi sarei tradito.

Il peggio è capitato!

E’ giunta la mia ora,

e chi mi salva ancora?

E perché, perché, perché

tutto questo accade a me?

 

In quel preciso momento il leone spalancò le fauci e stava ormai per inghiottirlo, ma il topolino ebbe un’idea quasi meravigliosa.

 

- Signor leone, ancora

un ultimo consiglio

(l’avessi avuto io

sarebbe stato meglio).

Ma perché stringe? Ahio!

In giro non la piglio,

le dò la mia parola,

lo dico con affetto:

dovesse avere un guaio

le darò il mio aiuto.

Lo giuro e lo prometto! -

 

Il leone rise beffardo per questa improbabile offerta di aiuto, e domandò: - E in che cosa mai saresti capace di aiutarmi tu, piccolo bitorzolino di pelliccia... bagnata che non sei altro? Il topo rispose:

 

- Io le darò il mio aiuto

in ogni brutto caso.

Non so... uno starnuto,

un calabron sul naso,

picchiar la testa al buio,

cader nel gabinetto,

bruciar le melanzane

o... far pipì nel letto!

Le darò il mio aiuto

con tutto il mio sostegno.

Non sto a dir panzane...

Lo giuro! e qui m’impegno! -

 

Quando il topolino ebbe finito di dire queste parole il leone ormai si teneva la pancia dal gran ridere che faceva. Aveva deciso di lasciarlo andare, perché gli stava proprio simpatico. Allora il topolino si rassettò baffi e pelliccia, fece un bell’inchino e con un gran sospiro salutò il leone:

 

- La ringrazio

Sua Eccellenza,

che rinunzia

alla merenda.

Lei non crede,

ma io, ratto,

chiedo fede,

starò al patto -

 

Detto, fatto: strinse con le sue zampette la zampa del leone e il più velocemente possibile si allontanò da quel luogo da incubo dicendo tra sé:

 

L’epitaffio

è ritardato:

io felice

son rinato.

Oggi è festa

comandata.

Ahi la testa...

che giornata!

Che tortura...

Ma... il mio patto,

salderò?

Se ho paura?

Fa lo stesso:

io l’ho detto

e lo farò!

 

Non molto tempo dopo capitò che alcuni cacciatori mettessero una trappola sotto un albero, e il leone, passando di lì vi cadde dentro, rimanendo impigliato nella rete. Cercò di strappare, di tirare, di forzare le corde, provò a mordere con tutta la furia che aveva in corpo, ma non c’era nulla da fare: più si agitava e più rimaneva avvinghiato alla trappola che lo stringeva dolorosamente e lo soffocava contro l’albero. All’inizio ruggiva furioso, ma a poco a poco gli vennero a mancare le forze, e il suo verso si trasformò in un debole lamento. Sul far della sera, quando il sole ormai tramontava sulla prateria e gli uccelli rientravano nei loro nidi, il topolino sentì il pietoso mugolio del leone, e capì che gli era successo qualcosa di grave. Corse in fretta nell’erba alta, lasciandosi guidare dallo straziante suono che udiva, finché raggiunse il leone. Senza pensarci su due volte si mise subito all’opera, e rosicchiando la corda coi suoi dentini riuscì rapidamente a liberare il suo amico, che disse:

 

- Io ti ringrazio, topolino gentile;

oggi sono stato veramente male.

Se non c’eri tu non mi sarei salvato.

Avevi ragione: la forza non vale:

però con l’amore ti sei sdebitato -

 

Fu proprio una fortuna, perché i cacciatori iniziavano in quel momento il loro giro di ricognizione, e dopo poco lo avrebbero catturato. Ma il leone era già fuggito e il topolino che, essendo piccolo piccolo non aveva mai potuto osservare il tramonto sulla prateria, a causa dell’erba troppo alta, oggi, per la prima volta si godeva il meraviglioso spettacolo saltando allegramente sulla groppa del leone, attaccato alla sua criniera.

 

Squit, squit,

Hipa... hip!

Arrivo io...

Sono un dio!

Dio che bello...

Vai cavallo!

Mio leone...

vai panzone!

Siamo amici

Mici siam.

Micio, gulp!

Mo’ ci siam...

Che mi fai?

Ehi, ulp!

Forte vai.

Troppo forte!

Ehi, piano...

cipa niapo

ghiapo miao

nopia picio

micio, piano...

piano...

piaaanooooo!

 

Homo homini deus

L’uomo è un dio per l’altro uomo

(Proverbio greco-latino)

 

Non siate lieti finché non guarderete

con amore il vostro fratello

(Gesù)

 

Chi onora gli altri onora se stesso

(S. Giovanni Crisostomo)

 

Chi trova un amico trova un tesoro

(Siracide 6,14)

 

Bonis quod bene fit haud perit

Il bene fatto ai buoni non va perduto

(Piacer fatto non va perduto)

(Plauto)

 

 

 

 

 

Home ] Su ] Enoch Arden ] La Terra di Hurqalya ] Musica ] Philosophia ] Personale ] Mappa ] Contatti e Links ]